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La Stampa 3D che rende un po' migliore il mondo

La Stampa 3D che rende un po' migliore il mondo

La Stampa 3D ritorna ad essere un alleato nelle situazioni più drastiche e difficili della storia umana.
 
Dopo essere infatti diventata parte fondamentale nella lotta la Coronavirus, grazie all’unione di centinaia di Maker e alla produzione di maschere per supportare gli ospedali in ginocchio, proprio in questo ultimo anno ha portato un piccolo barlume di speranza ed aiuto nella tragica situazione palestinese. 
Il conflitto, che ha avuto il suo apice proprio recentemente, ai primi di Ottobre, conta migliaia di morti e di feriti, con ospedali e strutture sanitarie ridotte in macerie dai bombardamenti e forniture di strumenti medici bloccate e comunque insufficienti. 

Tark Loubani, medico palestinese, ha trovato nella Stampa 3D un valido alleato per la produzione di stetoscopi, lacci emostatici e altri strumenti basici che possono aiutare i medici a svolgere il proprio lavoro portando soccorso ai feriti. 
Con il suo progetto GLIA utilizza proprio la tecnologia di stampa 3D per portare nuove forniture mediche ad una regione bloccata da un conflitto aperto e terribile. Nei mesi precedenti (tra Luglio e Settembre) GLIA è riuscita a distribuire centinaia di lacci emostatici che hanno permesso di salvare centinaia di vite umane, del resto “i feriti che utilizzano lacci emostatici hanno bisogno di meno sangue, meno interventi chirurgici, meno antibiotici”. 


Purtroppo, come spesso accade in queste situazioni così complesse, la struttura dove GLIA operava è stata distrutta dai bombardamenti, e il dottor Loubani in attesa di trovare una nuova sede dove riprendere a stampare in 3D, si sta muovendo cercando manuali di riparazione dei vecchi dispositivi medici (come le macchine a raggi X) grazie alla comunity di iFixit. 

Non solo Gaza… anche nel conflitto ucraino tre impresari, Agnieszka Kranz, gestore dell’organizzazione no-profit TeenCrunch, Aleks Ciszek, fondatore e CEO della startup di stampa 3D 3YourMind e Andrzej Burgs, fondatore e CEO della società di stampa 3D varsaviana Sygnis, hanno avviato l’iniziativa “Tech Against Tanks”. 
Grazie a questo progetto sono stati stampati più di 10.000 oggetti tra cui droni di ricognizione e strumenti per telecamere per la difesa militare, ma anche bende, lacci emostatici ed ortesi di protezione. 

Queste sono solo alcune delle tante community di professionisti, di Maker, di persone che spingono il mondo attuale verso il cambiamento, verso la realizzazione di qualcosa di positivo ed utile per alimentare la speranza. 

E sono comunità e progetti come questi che vanno fatti conoscere e alimentati perché sono in grado di “distruggere” ciò che hanno portato bombardamenti e dolore, e sono capaci di costruire qualcosa di nuovo in grado di unirci e renderci migliori.





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