Su Wikipedia la definizione di Stampa 3D è questa:
"per stampa 3D si intende la realizzazione di oggetti tridimensionali mediante produzione additiva, partendo da un modello 3D digitale." • [Fonte Wikipedia]
Stringata, ma assolutamente efficace.
La stampa 3D infatti non è altro che il processo per cui un oggetto viene formato grazie alla composizione di strati di materiale uno sopra all'altro da parte di una stampante 3D guidata da un computer e dall'elaborazione di un modello digitale che contiene tutte le istruzioni.
Questo processo quindi inizia sempre con un modello 3D digitale, realizzato tramite un software che definisce la forma e la struttura dell'oggetto da realizzare, ma non solo... anche la definizione dei layer (ovvero degli strati da comporre) e che soprattutto traduce tutte queste informazioni nel linguaggio macchina nel file G-code da inviare alla stampante.
Non solo un disegno... è proprio il primo step per la realizzazione di un’idea.
Da qui in poi tutto dipende dalla tecnologia di stampa che si sceglie e dal materiale, due elementi che andranno a definire aspetto, proprietà e funzionalità dell’oggetto stesso.
Vuoi sapere qualcosa in più?
Facciamo quattro passi…
La tecnologia 3D nasce negli anni ’80 da Chuck W. Hull con la definizione della stereolitografia, ovvero della tecnica di creare oggetti tridimensionali tramite la solidificazione di resina, sensibile alla luce ultravioletta, in strati sovrapposti. In poche parole: il fascio di luce, guidato dal computer, “disegna” ogni strato dell'oggetto sulla superficie liquida del materiale che si indurisce e si polimerizza.

Questo concetto va proprio a definire una delle maggiori tecniche della stampa 3D, spesso conosciuta come manifattura additiva per questa sua caratteristica di stratificazione, un po' come una torta.
Chuck W. Hull ha così creato la prima stampante laser, che oggi conosciamo anche come tecnologia SLA.
Ma di tecniche ce sono diverse…
• Tecnologia FDM o estrusione di materiale:
il materiale, sotto forma di filamento plastico, viene sciolto ed erogato attraverso un ugello che va a creare la forma e gli strati per comporre l'oggetto.
• Tecnologia SLA e DLP, o polimerizzazione in vasca:
è proprio la tecnica brevettata da Chuck, ovvero il fotopolimero in soluzione liquida viene solidificato da un laser UV che lo colpisce in punti predefiniti per formare l'oggetto.
• Tecnologia SLS, DMLS, SLM o Powder Bed Fusion:
in questo caso il polimero è sotto forma di polvere che, colpita da una fonte ad alta energia, viene fusa e solidificata in punti precisi per formare l'oggetto.
...queste sono le più comuni, ma naturalmente negli ultimi anni queste tecniche si sono evolute e rafforzate, e ne sono nate altrettante.
La scelta della tecnologia di stampa più adatta apre poi il mondo dei materiali, un mondo fatto di colori, consistenze, flessibilità, resistenza, rifiniture che possono portare a risultati differenti a seconda delle esigenze.
Il materiale più comune è sicuramente quello plastico (sia termoplastico che termoindurente), in quanto presenta una vasta gamma di proprietà fisiche adattabili a diverse funzionalità.
Le plastiche più comuni sono l’ABS, un materiale leggero ma robusto (il “mithril” dei Maker per parlare in termini Tolkeniani), oppure il PLA, meno flessibile e resistente, ma biodegradabile, e soprattutto presente in un’estesa varietà di colori (esiste anche trasparente).
Fermo, fermo, fermo: se stai già pensando che questa tecnologia, utilizzando preferibilmente plastica, sia nemica dell’ambiente ti lasciamo qualche spunto per ricrederti. Il tema ambientale infatti è diventato molto caro anche ai Maker e a chi ha fatto di questa tecnologia non solo uno strumento, ma anche un’opportunità.
Proprio per questo sono nate e si stanno evolvendo (anche mentre ti parliamo) moltissime realtà dedite alla produzione di materiali per stampare derivanti da materie di scarto come ad esempio fondi di caffè, vhs, pneumatici, o altri oggetti 3D da riciclare.
Sei stupito?
Abbiamo parlato qui di qualcuna di queste realtà (anche italiane):
Ma non ci si ferma qui… il mondo della stampa 3D e dei materiali è in continua evoluzione e per questo potete trovare anche resine (adatte per le tecnologie SLA a polimerizzazione in vasca), metalli (che sono disponibili in polvere) o altri materiali compositi come ceramiche, o filamenti ibridi che contengono polveri di altri materiali come oro, argento, marmo, legno ecc…
Insomma un mondo in un mondo.
Ecco perché la definizione di Wikipedia è efficace, ma stringata.
Ecco perché la stampa 3D non è solo “produzione”.
Ecco perché per noi è soprattutto opportunità.