- 08/06/2020
PEZZI DEL PRIMO TELESCOPIO COSMICO PER RAGGI UV SONO STATI STAMPATI IN 3D IN ITALIA
Da molti anni ormai la tecnologia di stampa 3D è una valida
alleata nella preparazione di spedizioni nello spazio, nella ricerca di
soluzioni per la sopravvivenza fuori dal suolo terreste e
nell’approvvigionamento per gli astronauti. Anche l’Italia contribuisce
attivamente in quest’ambito e, in base ad un accordo bilaterale stipulato tra
l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia Spaziale Russa Roscosmos,
all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) i ricercatori hanno utilizzato
la propria stampante 3D FDM Fortus 450mc di Stratasys per produrre l’intera
struttura meccanica del primo telescopio cosmico per raggi UV.
Realizzato presso i Laboratori Nazionali di Frascati sotto
il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, questo particolare telescopio
denominato Mini-EUSO, è stato progettato per studiare le emissioni
ultraviolette di origine cosmica e terrestre dalla ISS ed è stato
recentemente lanciato nello spazio dalla base di Balkhonur (Kazakhstan) a bordo
di un razzo russo Soyuz e posizionato su una finestra rivolta verso la terra
del modulo russo Zvezda della ISS.
La fabbricazione della struttura meccanica di Mini-EUSO
presentava diverse difficoltà, infatti, per riuscire nella realizzazione, il
team necessitava di un materiale capace di soddisfare i severi requisiti di
certificazione dell’Industria aerospaziale e della ISS e in particolare aveva bisogno di un materiale che fosse in grado di sopportare sollecitazioni meccaniche e vibrazioni importanti che si possono creare durante il lancio del razzo. In un primo momento, il team aveva costruito un
prototipo completo del telescopio utilizzando l’alluminio, uno dei materiali
più comuni nel settore aerospaziale, ma la struttura risultava
troppo pesante e non garantiva l’isolamento necessario dalle correnti
elettriche interne. Per questo il team ha deciso di ricorrere all’uso della stampante
3D Fortus 450mc e della resina ULTEM 9085, la quale si è rivelata essere il
materiale alternativo perfetto per la costruzione del telescopio poichè si tratta di una sostanza resistente e leggera avente eccezionali
proprietà isolanti oltre ad un’elevata resistenza chimica e termica. La
decisione di utilizzare questa tecnologia e questo materiale per la
fabbricazione della struttura meccanica di Mini-EUSO è stata azzeccata anche
dal punto di vista economico e di tempistiche, infatti questo processo ha permesso al team di
ridurre di circa dieci volte il costo complessivo del progetto e di risparmiare
circa un anno intero di tempo per lo sviluppo dello stesso.
Tutto il progetto Mini-EUSO, coordinato e finanziato da ASI,
è stato sviluppato con la collaborazione di
JEM EUSO (Joint Experiment Missions - Extreme Universe Space Observatory),
un programma internazionale più ampio che comprende Francia, Germania, Italia,
Giappone, Polonia, Russia, Slovacchia, Svezia, Svizzera e Stati Uniti con il
quale si cerca di esplorare l’origine e la natura dei raggi cosmici di
altissima energia provenienti dallo spazio attraverso l’uso del telescopio. Ora
che è stato installato sulla ISS, Mini-EUSO sta già raccogliendo molti dati che
vengono inviati sulla Terra per essere analizzati e si prevede che proseguirà nel suo lavoro
per i prossimi 3 anni.
Fonti:
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